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Muybridge, il padrino del cinema approda sul grande schermo
4 giugno 2018
Fabio Carmelo & Maria Chiara
4 giugno 2018

Il Fotografo che fermò il cavallo al galoppo

Fu una scommessa? Gli storici lo negano, e se ci fu non possiamo considerarla di certo un grande affare. Secondo il racconto vi erano in palio 25 mila dollari. Ne vennero spesi addirittura 50 mila — un milione di dollari attuali — per decretare il vincitore e dirimere la questione. « I cavalli al galoppo staccano tutti e quattro gli zoccoli dal suolo. »

Dettaglio che agli scienziati e a certi osservatori ottocenteschi pareva un insulto alle leggi naturali. Sosteneva con convinzione la “teoria dello stacco” il miliardario Leland Stanford, grande appassionato di cavalli da corsa. Governatore della California che nel 1891 fonderà la Stanford University in memoria del figlio morto prematuramente a 16 anni a causa del tifo — era diventato enormemente ricco con la Central Pacific Railroad, la ferrovia che collegava lo Utah alla California. Bisognava trovare un modo per dimostrare la sua teoria al di là di ogni dubbio. Ci riuscì arruolando nel 1872 il fotografo ed inventore Eadweard Muybridge, che a San Francisco godeva di una certa notorietà. Quando si incontrarono, il mecenate americano Stanford aveva 48 anni mentre Eadweard 41.

L’apparecchio da lui costruito — una serie di macchine fotografiche operanti in successione — avrebbe fissato sulla lastra quel che l’occhio umano non riusciva a cogliere. Aumentando la luce e riducendo i tempi di esposizione per evitare le immagini sfocate, finalmente nel 1878 Muybridge fissò le immagini del cavallo al galoppo. Tanto celebri da far parte ormai della cultura popolare.

Le spettacolari dimostrazioni di Eadweard Muybridge — ormai pochissimo distante da quello che diventerà il cinema, grazie a un proiettore di sua invenzione — si tenevano nella sala pompeiana con ori e affreschi. Successivamente Muybridge continuò le sue ricerche sul movimento all’Università della Pennsylvania: le immagini formano una sorta di dizionario studiatissimo dagli animatori.

Per il resto della sua vita, usò tutto il suo talento per fermare l’attimo e renderlo visibile.